La luce
abbaglia te e me;
ricuce
lo sforzo, il cliché.
La nebbia
s’insinua tra noi;
ingabbia
l’accento da eroi.
Ti prego
non fingere di più;
è vago
e il cielo non è blu.
Ti credo
non serve riparlare;
più nudo
non penso di potere.
E’ strano
in basso non si vola;
nel fumo
traspari più sola.
Ti amo
ho detto un tempo fa;
non siamo
ipotesi di irrealtà.
I fiumi
di scuse e di “cioè”;
alcuni
si lasciano, perché?
E’ tardi
non ti perdonerò;
non guardi
ti bacio e non lo so.
(Rovereto, marzo 1989)