Dolce
la primavera sboccia tra i sogni.
Le dita carezzano
scie d’aria e profumi,
s’allungano gli orizzonti
di là della paura.
Camminavo lungo la sponda,
il rivo in disgelo prometteva (sussurri e gorgoglii felici)
un sorriso di ragazza addosso a me.
Dal cielo è precipitata la morte.
Allungo la mano ad acciaio e stivali
necessità storiche e reincarnazioni di mostri.
Non saprò mai
se qualcuno raccoglierà
l’ultimo respiro della mia anima adolescente
per farne epitaffio e sentenza.
Dolce
la primavera agonizza tra gli incubi.
(Trento, 24 febbraio 2022)