IL PRIMO PASSO (NOVITA’?) (Atto secondo – quadro quarto ed ultimo)

Una foglia
(verde o vizza che sia, non ha importanza alcuna)
può scorrere sul filo della corrente
(rivo, stagno od oceano, neppure questo deve importarti)
oppure imbeversi d’essa e
annaspando in agonia
sommergersi al fondo.
In questa ipotesi d’aurora
mentre il primo cicaleccio cola dai rami,
mi sorrido
e scopro d’esser velo di pellicola
sulla superficie piana dell’acqua.
Immoto, languido, rinnovato.
La grandine ha franto orizzonti e argini,
occhi speranze e passato,
e non avverto più dolore o angoscia
singultante.
Quasi al modo di main street
(vuota in tempo antelucano),
in bilico perenne tra la gente della notte
ed il popolo rassegnato del mattino,
m’induco ad ipotizzare
un passo.
Bimbo che scopre la luce nuova.
La chiazza verde vola sopra di me,
mi s’accoccola sulla spalla,
per compagna del cammino
anch’essa è benvenuta.
Povertà ricca di ogni bene,
Robin, ora principi a far vibrare l’anima.
Nel sorriso.